Rispondo all’articolo pubblicato la settimana scorsa sulla Spalletta sotto il titolo
“I nostalgici” firmato da Irene Nesi una ex elettrice del Partito della Rifondazione Comunista, secondo la quale io e Ugo Ricotti, nostalgici “di un vecchio assetto da conservare, nel quale avevamo imparato a convivere senza scossoni”, stiamo lavorando per un inevitabile abbraccio tra la Rifondazione Comunista e il PD. In questa prospettiva Ugo Ricotti avrebbe fatto, negli anni scorsi, un’opposizione blanda alla vecchia maggioranza in Comune, io ne starei facendo una troppo intransigente all’attuale Sindaco.
Avrei qualche spiegazione da chiedere a Irene circa il significato di quell’aver “imparato a convivere senza scossoni” con il vecchio assetto di potere, attribuito a me e a Ugo Ricotti, ma, in questo articolo, per brevità, desidero solo mettere in fila alcuni degli atti che ho compiuto da consigliere comunale a partire dal 18 giugno a oggi.
Liceo Classico:
mi sono opposto con fermezza all’ipotesi sostenuta dal Sindaco e dalla Cassa di Risparmio di Volterra di istituire borse di studio riservate ai terremotati dell’Aquila e dell’Abruzzo per far iscrivere i giovani di quelle zone al Liceo di Volterra. Confermo quella scelta e dichiaro ancora di non essere soddisfatto delle informazioni approssimative che il Sindaco ha fornito ai consiglieri comunali durante lo svolgimento e a conclusione della vicenda Liceo. Almeno ora che la formazione della classe è assicurata, vorrei che i consiglieri comunali e tutti i cittadini fossero informati con esattezza di quante borse di studio sono state assegnate, di quanti soldi sono stati raccolti dalla sottoscrizione popolare e come saranno impiegati.
Sullo stesso argomento mi piacerebbe anche che il Sindaco, come gli ho già chiesto di persona, trovasse il modo di smentire le affermazioni contenute in un articolo di sapore mafioso pubblicato sulla Spalletta del 12 settembre 2009 dal titolo “Il Liceo Carducci salvo e graziato”, che lo chiama in causa.
Leggi razziste:
su questo argomento abbiamo avuto il primo scontro in campagna elettorale con Marco Buselli e con i suoi sostenitori. Lo scontro è continuato nel Consiglio Comunale e credo che continuerà duramente sia in Consiglio che fuori. Mi sono alterato durante la discussione in Consiglio perché non avrei mai creduto che le persone che ho conosciuto come appartenenti o simpatizzanti di partiti e movimenti di sinistra, trovatesi a ricoprire ruoli importanti di rappresentanza politica, potessero far scena muta nei confronti di leggi razziste. Nell’ultimo Consiglio si è cercato di mettere una toppa approvando un ordine del giorno che impegna il Sindaco a non consentire le ronde. Su questo ho votato a favore, facendo rilevare, comunque, che le motivazioni portate dalla maggioranza per questa scelta non sono basate sul principio democratico che l’ordine pubblico è solo di competenza dello Stato, quanto sul fatto che a Volterra non ci sono casi di delinquenza, violenza e furto che possano giustificare le ronde. Nello stesso ordine del giorno non c’è nessun accenno ai gravi provvedimenti contenuti nel pacchetto sicurezza e all’uso razzista fatto dell’argomento ronde e ordine pubblico.
Nomine:
ho votato contro la delibera proposta dalla maggioranza che stabilisce i criteri con cui il Sindaco farà le nomine negli Enti, perché non prevedeva nessun meccanismo di pubblicità per la raccolta delle candidature, come succedeva in passato. Si è detto per evitare l’ipocrisia. Infatti, il Sindaco non è stato ipocrita e, prima di mettere in approvazione la delibera, ha dichiarato in Consiglio che non c’era bisogno di pubblicare nessun bando perché i nomi erano già pronti. Quando poi sono usciti i nomi è stato evidente che si trattava di scelte fatte per amicizia o personale o politica.
Consulente politico:
le persone possono lavorare in Comune quando sono elette (consiglieri e assessori), quando sono nominate dal sindaco (assessori esterni), quando sono assunte con contratto di lavoro di qualsiasi tipo (dipendenti, segretario, consulenti). Non esiste altra possibilità. Per questo, di fronte ad una situazione da tutti percepita come anomala di una persona che lavorava nel Comune senza essere né eletto, né nominato, né assunto, le opposizioni (PD e Popolo della Libertà) hanno rivolto al Sindaco interrogazioni per avere risposte su questo fatto. La risposta è arrivata, invece che dal Sindaco, dal suo gruppo politico, Uniti per Volterra, pubblicata sulla Spalletta del 12 settembre sotto il titolo “la nostra pagliuzza non è certo la vostra trave”.
Non so se Irene Nesi ha raccolto l’invito di rileggere quel documento politico che, visto dalla mia parte, dà nettamente l’idea di un manifesto intollerante e autoritario. Per questo, insieme a Rosa dello Sbarba, sono andato a parlare con il Sindaco, perchè non credevo che il Sindaco fosse d’accordo con quello scritto. Marco Buselli ci ha ricevuti alla presenza dell’Assessore Paolo Moschi e ci ha detto che ci avrebbe fatto sapere la sua opinione per iscritto. Ancora non ce l’ha fatta sapere.
Guerra in Afghanistan:
nella conferenza dei capigruppo del 21 settembre, convocata per preparare l’ordine del giorno del Consiglio Comunale del 25 settembre, ho depositato un documento da mettere all’ordine del giorno del Consiglio Comunale che trattava del ritiro dei soldati italiani dall’Afghanistan. Quando mi è arrivata la notifica della convocazione del Consiglio ho visto che il Sindaco non aveva inserito l’argomento della guerra in Afghanistan tra i punti all’ordine del giorno, contro ogni regola e consuetudine nei lavori del consiglio comunale, dove le decisioni della conferenza dei capigruppo non sono mai messe in discussione unilateralmente dal Sindaco.
Solvay:
l’argomento era iscritto all’ordine del giorno del Consiglio Comunale del 25 settembre perché nel precedente consiglio del 28 agosto non c’era stato il tempo di discuterne. Durante questo mese avevo ricevuto alcune proposte di emendamenti al mio testo sia dal gruppo della Lista Civica Uniti per Volterra sia dal gruppo di Volterra Città Aperta e ho potuto constatare che ci sarebbe stata la possibilità di approvare all’unanimità un documento che impegnava il Comune di Volterra ad appoggiare il ricorso del WWF contro gli atti della Regione Toscana che hanno dato le concessioni di estrazione del salgemma alla Solvay. Per questo ho modificato il mio testo iniziale accogliendo una parte degli emendamenti proposti e, nella conferenza dei capigruppo, abbiamo concordato che la discussione del Consiglio sarebbe partita dal nuovo testo. Arrivati in Consiglio quest’accordo non era più vero e la mia mediazione è fallita. Così io ho votato, da solo, il mio testo, la maggioranza ha votato un testo simile al mio emendato secondo il suo piacere, il gruppo Volterra Città Aperta ha votato contro. Rimango del parere che un voto unanime del Consiglio avrebbe dato una forza straordinaria alle azioni che dovremo intraprendere nel futuro.
Su molti altri provvedimenti, naturalmente, ho espresso il mio voto favorevole insieme con la maggioranza in Consiglio Comunale.
Questo è il racconto dei fatti come sono stati vissuti dalla mia parte. Su questi fatti sono davanti al giudizio di Irene e di tutti i miei concittadini.
Danilo Cucini
Consigliere Comunale
della Sinistra per Volterra
Una risposta a “Risposta all’articolo di Irene Nesi”
Non era giusto cancellare le responsabilità del passato. Chi voleva questo (Città Aperta) sbaglia. E di grosso! I cittadini non sono stupidi e valuteranno. Con cordialità.
aviletite