Volterra è una meravigliosa città, di una bellezza unica e quasi misteriosa,come sospesa tra i millenni passati e il futuro. Volterra è al centro di uno splendido territorio, immersa in uno dei paesaggi più belli al mondo, senza tema di smentita. Salendo verso Volterra proveniendo da Cecina il profilo della città si staglia definito e sicuro, quasi staccandosi dall’orizzonte. Sembra indipendente dal resto, autonoma nella sua bellezza imperiosa e così si è tentati di pensarla tanto è bella, indipendente e sospesa tra passato e futuro.
E’ qui che risiede l’errore, risiede e si alimenta nel considerare Volterra come una realtà a parte, una realtà con evidenti e ormai cronici limiti verso un corretto sviluppo sociale ed economico che vengono visti da alcuni con ottica di rassegnazione come insormontabili, oppure come sin troppo facilmente risolvibili, magari senza una ricetta precisa ma soltanto con una gran forza di volontà.
Volterra e il suo territorio sono parte di un contesto più vasto, ormai di dimensioni globali, i fenomeni sociali ed economici che attraversano il mondo e l’Italia intera necessariamente stanno travolgendo anche la nostra città.
La crisi c’è, forte come mai si era sentita, figlia delle politiche liberiste degli ultimi venti anni; i suoi effetti, peraltro da molti previsti, si fanno sentire più forti sulle classi più deboli private quasi del tutto della protezione dello stato sociale. In nome della maggiore efficienza e della libera concorrenza i servizi pubblici sono stati pian piano smantellati affidandoli a potentati privati che perseguono solo il profitto. Ci hanno detto che non esistono più le classi sociali, ma questo non è vero, esiste oggi più che mai una classe di persone senza tutele e senza sicurezze, i precari. Siano essi ventenni che cercano la prima occupazione come quarantenni in cassa integrazione o migranti in fuga dalla miseria. La forbice tra chi è sempre più ricco e chi è sempre più povero si sta allargando ogni giorno di più.
Questi fenomeni esistono anche a Volterra, la crisi c’è e si sente anche da noi. Non si può pensare oggi ad un’amministrazione della città di Volterra che non tenga conto della realtà di tutto il paese, perché Volterra è fatta di lavoratori che hanno gli stessi problemi e le stesse angosce verso il futuro di tutti i lavoratori italiani; Volterra è fatta di studenti che vivono l’attacco in atto alla scuola pubblica con lo stesso disagio di tutti gli altri studenti italiani; così come è fatta di piccoli imprenditori ed artigiani che si trovano a fare i conti con la crisi economica giornalmente, come in tutto il paese.
Alla crisi vanno date risposte precise, risposte volte a diminuire le differenze sociali tra cittadini, risposte che perseguano l’uguaglianza e la solidarietà, la redistribuzione del reddito e la sicurezza di un futuro, la tutela dei diritti e la garanzia di servizi efficienti per tutti in una società più uguale e più giusta; queste sono risposte di sinistra.
E’ sbagliato pensare che si possa amministrare bene una città senza un disegno politico preciso e condiviso; si può stendere insieme un programma, ma non appena ci si troverà di fronte alla pur minima ed inevitabile modifica, senza un indirizzo politico che guidi la sua realizzazione esso si scontrerà con le differenze culturali e di opinione di chi è chiamato ad attuarlo. Per questo pensiamo che la lista civica non dia risposte reali ai problemi di Volterra, così come non ne ha date fino ad oggi e non ne darà il riformismo neoliberista che propone il partito democratico al quale, in fondo, interessa che tutto resti com’è. Occorre un ripensamento a sinistra dell’amministrazione della nostra città, occorrono politiche che prendano una posizione chiara, contro la Solvay ad esempio, così come contro la speculazione edilizia favorita invece dal nuovo piano strutturale, politiche che sviluppino un’economia sana ed equilibrata, che non sprechino risorse pubbliche ma le usino per moltiplicare la ricchezza del territorio per tutti i cittadini.
Enrico Rumori