ORDINE DEL GIORNO PER IL RITIRO DEI SOLDATI DALL’AFGHANISTAN


Questo odg è stato presentato da me alla conferenza dei capigruppo il 21 settembre 2009 ma il Sindaco ha deciso di non inserirlo  nell’ordine del giorno del  Consiglio Comunale del 25 settembre e sarà discusso nel prossimo Consiglio

IL CONSIGLIO COMUNALE

  1. Esprime profondo dolore per la morte dei sei militari italiani e dei numerosi  civili afghani caduti nell’ultimo attentato a Kabul, perché il sangue non ha un colore diverso a seconda della bandiera e il dispiacere è lo stesso per i soldati italiani uccisi ieri e per tutte le altre vittime della guerra
  2. Stiamo vivendo da anni in un clima di guerra senza dircelo, anche se solo ultimamente è finita l’ipocrisia di chiamarla “missione di pace”.
  3. Stiamo vivendo un clima che sta avvelenando la coscienza civile, creando intolleranza, criminalità verso il diverso, lo straniero, l’altro da sè. È anche questo, la guerra.
  4. Il 7 novembre del 2001 l’entrata in guerra dell’Italia fu decisa dal 92 percento del Parlamento italiano, il voto più bipartisan della storia della Repubblica, per puro servilismo verso gli Stati Uniti. Che cosa ci avevano fatto gli Afghani? Niente. E cosa avevano fatto anche agli americani?. Recentemente anche negli Usa gli analisti cominciano a porsi questa stessa domanda. Infatti non c’erano afghani nel commando dei terroristi delle Torri gemelle. Ma la rappresaglia di Bush scattò lì, con Enduring Freedom, il 7 ottobre. Per colpire le basi di Bin Laden, si disse.
  5. Otto anni dopo più del l’80 percento dell’Afghanistan è tornato sotto il controllo dei talebani, di Bin Laden non c’è traccia, sono morti 1.403 militari stranieri, spesi centinaia di milioni di euro e il Paese è più povero e più criminale, produce il 90 percento dell’oppio del mondo. Dopo otto anni l’unico centro di rianimazione è quello di Emergency a Kabul, sei letti di terapia intensiva per 25 milioni di persone.
  6. Spendiamo 3 milioni di euro al giorno per la guerra. Con questa cifra avremmo potuto aprire 600 ospedali e 10 mila scuole in Afganistan.
  7. A Khost gli americani hanno costruito una strada, a Kajaki una diga, la Banca Mondiale lo scorso giugno ha stanziato altri 600 milioni di dollari di aiuti per la popolazione afgana. Bene, se si devono costruire dighe e ponti si mandino gli ingegneri, non aerei telecomandati e bombe
  8. Allora qual’è il vero obbiettivo di questa guerra?. la spiegazione che più convince è quella di Gino Strada «Le ultime due guerre internazionali sono legate ai giacimenti di gas e petrolio. In Iraq perchè ci sono, l’Afghanistan invece è sulla via di transito dal Kazakistan e dalle altre ex repubbliche sovietiche. Pipeline di sangue.
  9. Nell’articolo 11 della Costituzione italiana sta scritto che è consentita al nostro Paese solo la guerra di difesa ed è chiaro che l’impresa di nostri soldati italiani in Afghanistan non può essere definita guerra di difesa.
  10. La missione Nato in Afganistan – una coda drammatica della politica guerrafondaia di Bush ormai bocciata dallo stesso popolo americano – è da tempo in un vicolo cieco e la nuova amministrazione americana capeggiata dal democratico Obama dovrà trovare il coraggio di ricercare con la politica e la diplomazia, e non con le armi, una soluzione rapida alla crisi afghana;
  11. La guerra sta rafforzando il terrorismo e le posizioni fondamentaliste, alimenta l’odio, senza che possa mitigarlo la farsa di elezioni celebrate in un paese sotto occupazione e con brogli che secondo l’ONU riguardano oltre un quarto dei voti espressi;

IL CONSIGLIO COMUNALE

  1. AUSPICA che anche questo eccidio non sia di nuovo usato, come è avvenuto per i precedenti, per alimentare la guerra in Afghanistan e che il nostro paese non sia invischiato ulteriormente in una guerra senza sbocco;
  2. CHIEDE che l’ONU indica una conferenza internazionale di pace che coinvolga la comunità internazionale e tutti i soggetti politici e sociali presenti in quel paese;
  3. RITIENE per tale fine indispensabile che il governo italiano ritiri immediatamente le truppe italiane e compia ogni sforzo perché anche gli altri paesi Nato facciano altrettanto.
  4. SI IMPEGNA E IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA a sostenere le istituzioni, le associazioni e i movimenti che intendono contribuire, anche nel proprio territorio, alla costruzione di politiche di pace.

21 settembre 2009

LA SINISTRA PER VOLTERRA

Danilo Cucini


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