Pubblico questo documento politico elaborato da Rifondazione di Volterra, Pomarance, Montecatini VC, Rosignano Marittimo e Cecina, fatto proprio dalle federazioni di Pisa e di Livorno, a proposito della vertenza Solvay. E’ importante perchè mette insieme i problemi ambientali della Val di Cecina e quelli delle produzioni e del lavoro della fabbrica di Rosignano.
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Le realtà sottoscriventi il presente documento sentono la necessità di intervenire in merito alle attività minerarie e industriali della Società Solvay.
Gli impatti ambientali di tali attività sono pesantissimi e noti: dal problema del prelievo abnorme della risorsa idrica, che impedisce il minimo scorrimento vitale del fiume Cecina e rende sempre più difficile l’approvvigionamento idropotabile, alle subsidenze e i disseti idrogeologici che – in attuazione del contratto con l’ex ETI – si vanno avvicinando all’abitato di Saline, al rapido esaurimento di una risorsa strategica quale il salgemma, ai vincoli posti a un vastissimo territorio che ne rendono difficoltoso l’uso per altre attività.
Se questi impatti in alcuni casi sono stati, anche se non sufficientemente, mitigati, specialmente per quanto riguarda l’attività industriale, in altri si stanno aggravando, mentre il ritorno occupazionale è in costante diminuzione.
I sottoscritti sono contrari a mettere in contrapposizione gli interessi ambientali con quelli economici e occupazionali, che invece vanno tutelati congiuntamente.
Mentre il paese e il mondo capitalistico stanno attraversando una crisi gravissima, mentre le possibilità di fuoriuscita da questa crisi che non sia basata su una regressione sociale stanno anche nella riconversione ecologica dell’economia, una seria prospettiva delle attività della Solvay, e quindi del lavoro che può intorno ad essa prodursi, non deve basarsi sul solo contenimento dei costi, ma deve puntare alla qualità. Tale prospettiva quindi non può esistere al di fuori delle compatibilità ambientali e sociali e della salvaguardia dei diritti delle generazioni future.
L ‘accordo industriale per lo sfruttamento da parte della Solvay delle concessioni estrattive del salgemma che erano di pertinenza dei Monopoli di Stato ha aggravato la situazione e, a distanza ormai di 15 anni, ha dimostrato di non corrispondere agli interessi del territorio; tanto che il Tribunale Amministrativo Regionale, con due sentenze, ha annullato il rinnovo delle concessioni in scadenza a causa della inadeguata risposta al problema idropotabile (che si riteneva illusoriamente assicurare attraverso i progetti IDRO’S e Puretta).
Alla luce di tutto ciò riteniamo che non sia più rinviabile una riconsiderazione e una ricontrattazione complessiva da parte delle Istituzioni dei rapporti con la multinazionale belga.
A tale scopo riteniamo fallita e non più accettabile la via delle misure “compensative” degli impatti, quali ad esempio la monetizzazione dell’impatto idrico attraverso la contribuzione finanziaria alla realizzazione dell’invaso di Puretta, mentre deve essere percorsa la via della loro mitigazione; il che si traduce in riconversioni tecnologiche che riducano l’entità degli impatti stessi in misura necessaria per renderli compatibili.
È per noi quindi un obiettivo concreto la rigenerazione delle falde del fiume a monte e la riduzione progressiva dei pozzi di prelievo dell’acqua da parte della Solvay. Questi obiettivi potranno essere raggiunti attraverso studi e progetti adeguati.
Sempre a tutela della risorsa idrica, siamo contrari al progetto di realizzazione dell’invaso Idro-s (come già contrario fu all’unanimità il Consiglio Comunale di Cecina nella seduta del 7 Agosto 2006), perché metterebbe a rischio l’ultima acqua buona di falda della bassa Val di Cecina, e chiediamo che venga posto divieto di prelievo dissennato dai laghetti della Magona di Cecina.
Pertanto chiediamo che Regione, Province e Comuni operino in questa direzione affrontando nel loro complesso i problemi, verificando tutte le possibilità tecnicamente esistenti, favorendo la partecipazione delle popolazioni, delle loro associazioni e delle organizzazioni sindacali.
A scopo esemplificativo proponiamo di verificare seriamente la fattibilità di alcune misure.
– Uso dell’acqua marina, previa dissalazione, per consentire di ridurre drasticamente i prelievi di acqua dolce.
– Riduzione del contenuto di sale nelle acque reflue che vengono scaricate a mare, permettendo così un contenimento dei consumi, oppure rimessa in circolo di tale acque per riutilizzarle nell’estrazione di salamoia.
– Individuazione, attraverso uno studio promosso e finanziato dalle istituzioni, della consistenza delle subsidenze attese con l’avvicinamento dei prelievi Solvay all’abitato di Saline, delle possibili tecnologie estrattive meno impattanti e della distanza di sicurezza delle attività minerarie dall’abitato e dalle infrastrutture.
– Monitoraggio continuo del territorio anche da parte delle istituzioni.
– Studio sulle possibili realizzazioni di opere di sbarramento del fiume a monte del sito di Puretta le quali soddisfino le esigenze idropotabili dell’intera Alta e Bassa Val di Cecina e assicurino il minimo decorso vitale del fiume anche nei periodi di siccità.
Le risorse necessarie per gli studi di cui sopra e per le opere che saranno individuate potrebbero essere parzialmente reperite utilizzando una parte significativa dei proventi che lo Stato e la Regione incassano dalla Solvay per il prelievo di sale e una parte di risorse della Società stessa.
Chiediamo infine che si apra al più presto una verifica politica tra i partiti, le istituzioni le organizzazioni dei lavoratori e gli interessi diffusi del territorio per definire i contorni e i percorsi della ricontrattazione delle modalità di presenza della Solvay in tutta la Val di Cecina.
PRCI Federazioni di Pisa e Livorno
PRC Circoli di Volterra, Pomarance, Montecatini VC, Rosignano Marittimo e Cecina
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