Pubblico due documenti utili per seguire lo svilupparsi della vertenza Solvay:
ordine del giorno presentato al Consiglio Comunale del 20 dicembre 2011 dalla SINISTRA PER VOLTERRA
IL CONSIGLIO COMUNALE DI VOLTERRA
Premesso che:
l’attività mineraria della Solvay SpA in Val di Cecina pone da molti decenni gravi problemi di compatibilità con l’ambiente e il tessuto sociale in quanto estrae, a ritmi vertiginosi, salgemma e acqua, determina subsidenze e dissesto del territorio, mentre, a fronte di questo notevole impatto, le ricadute occupazionale sono irrisorie;
in particolare si rischia che l’attività produca l’esaurimento rapido di una risorsa non rinnovabile, il sale, mentre determina prelievi idrici che causano gravi problemi al fiume Cecina e determinano lo lo stato di grave carenza idrica di tutta la Val di Cecina;
il contratto industriale tra l’ETI e la Solvay, risalente alla metà degli anni 90, ha aggravato questi problemi in quanto ha messo a disposizione della Solvay anche le concessioni minerarie dell’ex Monopoli di Stato, consentendo così al contraente privato di essere praticamente padrone di tutta la risorsa e di avvicinarsi con le proprie intense attività minerarie all’abitato di Saline;
a fronte di ciò non si sono realizzate le promesse di un ritorno occupazionale nell’Alta Val di Cecina, mentre la popolazione di Saline, organizzatasi nuovamente in Comitato, teme anche per la stabilità e la sicurezza delle abitazioni, delle infrastrutture e degli impianti industriali, e pertanto per lo stesso valore del patrimonio immobiliare pubblico e privato e per le prospettive occupazionali nella frazione;
al fine di dare attuazione a detto contratto industriale, nel luglio 2002, la Società Solvay ha richiesto alla Regine Toscana la valutazione di compatibilità ambientale sul progetto di coltivazione mineraria nelle concessioni Volterra, Poppiano e Cecina, ricadenti nei Comuni di Volterra, Pomarance e Montecatini Val di Cecina;
la Regione ha richiesto a detta Società di elaborare soluzioni relative alle problematiche idriche;
la Solvay ha conseguentemente presentato un progetto, denominato Idro-S, con cui si proponeva di realizzare invasi nel Comune di Montescudaio;
la Valutazione positiva di Impatto Ambientale della Regione conteneva una serie di prescrizioni, tra cui quella che l’invaso fosse sia per uso industriale che per quello idropotabile
a seguito dell’esito della VIA la Regione ha adottato, ancorché si sia dimostrato non realizzabile il progetto Idro-S per la parte idropotabile, i decreti di rinnovo di delle concessioni Poppiano e Cecina, giunte a scadenza, mentre nessun rinnovo è stato necessario per la concessione Volterra di durata 99ennale;
avverso tali decreti è stato presentato un ricorso al TAR da parte del WWF, che il Tribunale Amministrativo ha parzialmente accolto, ritenendo inderogabile la prescrizione dell’uso idropotabile degli invasi;
dopo un supplemento istruttorio della Regione, la Solvay ha richiesto una modifica delle prescrizioni, proponendo una sorta di monetarizzazione dei disagi provocati, cioè di corrispondere 4,5 milioni di euro per contribuire alla realizzazione di un invaso da destinare all’uso idropotabile nel comune di Volterra in Loc. Puretta o in altra località idonea;
tale proposta è stata accolta e le prescrizioni del rinnovo delle concessioni sono state modificate nel senso indicato dalla Solvay;
anche questa decisione è stata impugnata e il TAR della Toscana ha nuovamente accolto il ricorso, ribadendo la “indefettibilità” della soluzione del problema idropotabile che nel caso in questione non veniva risolto in quanto la proposta era assai vaga e di incerta fattibilità;
detta sentenza è oggetto di impugnativa davanti al Consiglio di Stato da parte della Regione Toscana, nonostante il Consiglio comunale di Volterra, all’unanimità, le avesse richiesto di non ricorrere e di riaprire una contrattazione con la Solvay in cui porre con maggiore incisività i problemi ambientali e occupazionali della zona;
nel frattempo è stato presentato un progetto per la realizzazione dell’invaso di Puretta;
detto progetto ha suscitato perplessità, dubbi e polemiche da parte di alcune forze politiche locali, di organismi associativi e del Comitato per la difesa della Val di Cecina, in quanto non pare in grado di risolvere il problema idropotabile per tutta la Val di Cecina e presenta un notevole impatto ambientale in un’area protetta;
sono emersi perfino dubbi sul fatto che le modalità realizzative previste corrispondano al pubblico interesse, per quanto riguarda la destinazione delle ghiaie asportate per la realizzazione dell’invaso;
in attesa della soluzione del problema, la Solvay procedeva ad effettuare alcuni lavori propedeutici all’ampliamento dello sfruttamento della concessione Volterra;
il Comune di Volterra, con determina dirigenziale – nella convinzione che, pur non essendo tale concessione soggetta a rinnovo e quindi non essendo denominata dalla sentenza del TAR, deve intendersi anch’essa subordinata alla soluzione del problema idrico e nel rilevare la difformità dei lavori con la strumentazione urbanistica di quel comune – inibiva la trasformazione delle aree in oggetto, nonché la stessa coltivazione dell’area;
La Solvay reagiva minacciando la cessazione delle forniture di salamoia allo stabilimento ATI-Sale (ex Salina di Stato) e la cassa integrazione per gli addetti al proprio stabilimento di Rosignano Solvay;
a seguito di una riunione presso l’Unione dei Comuni, delle preoccupazioni espresse dai lavoratori dei due stabilimenti e anche del rischio di un ricorso al TAR della Solvay, stante l’incompetenza del Comune a inibire le attività minerarie, una successiva determina dirigenziale del Comune di Volterra, puntualizzava che il precedente atto si riferiva solo alle attività di disboscamento e di trasformazione dell’area dei Boschini;
la Solvay ha replicato annunciando un ricorso al TAR contro l’atto comunale;
Ritenuto che:
l’atto comunale, non essendo volto a a ricercare una seria trattativa, ha finito per avere come effetto preminente la contrapposizione dei lavoratori di Saline con quelli di Rosignano e Ponteginori e tutti questi con il Comitato di Saline, nonché l’opposizione degli interessi del lavoro con quelli ambientali;
sia responsabilità delle istituzioni locali e della politica assumere una posizione chiara nei confronti di Solvay tenendo insieme le esigenze ambientali e quelle altrettanto legittime di chi vive del proprio lavoro;
sia necessario chiedere che la Solvay, con gli opportuni adeguamenti tecnologici, riduca al minimo i prelievi delle risorse e che sia a ciò indirizzata anche attraverso l’adeguamento delle somme che essa deve in relazione a tali prelievi;
in particolare, con riferimento alle competenze della Provincia, che siano adeguate le tariffe per il prelievo di acqua dal subalveo del fiume Cecina;
sia doveroso chiedere garanzie in grado di tutelare e ripagare adeguatamente il nostro territorio per l’uso delle risorse che concede;
sia necessario l’ascolto delle popolazioni locali, dei lavoratori e delle loro organizzazioni al fine di pervenire a un programma di richieste delle istituzioni locali;
assume la seguente risoluzione:
1. che sia arrivato il momento di rivendicare per il territorio di Volterra che le attività della Solvay siano improntate a maggior rispetto delle problematiche ambientali e occupazionali, mettendola davanti a un tavolo insieme alle espressioni degli interessi dei lavoratori e del territorio;
2. di richiedere alla Regione di commissionare uno studio affidato a soggetti terzi e che siano di garanzia per tutte le parti, con il compito di analizzare il rischio di subsidenze nell’abitato di Saline;
3. che sia fatta un’analisi e una valutazione, da effettuarsi in maniera più partecipata possibile e anche con il coinvolgimento delle istituzioni della bassa Val di Cecina, dell’effettiva idoneità del progetto Puretta alla soluzione del problema di approvvigionamento idropotabile dell’intera Val di Cecina,
4. di richiedere a Solvay di investire su attività da stanziare nel nostro territorio con conseguenti ricadute occupazionali e promozione di attività di ricerca collegate alla struttura Siaf;
5. di richiedere alla Regione il trasferimento, almeno parziale, delle royalties che Solvay le paga annualmente ai Comuni sede delle attività estrattive, con il vincolo della destinazione a progetti di sviluppo industriale sul loro territorio.
6. di intendono sollecitare e concorrere a uno studio per individuare la possibilità di realizzare invasi in alternativa a quello di Puretta.
7. di sottoporre al Consiglio Provinciale una modifica del Regolamento per l’uso del Demanio idrico di modo che le tariffe ivi previste siano improntate al maggior rispetto della risorsa, incentivando le restituzioni al fiume, il riuso o l’utilizzo in alternativa dell’acqua marina;
La Sinistra per Volterra
Danilo Cucini
il verbale della conferenza di servizi tenutasi in Regione il 22 dicembre 2011