Breve introduzione di Fabrizio Longarini, alla presentazione del progetto “Ricordi Partigiani”, alla presenza del Vice Sindaco del Comune di Volterra, Riccardo Fedeli, della Fondazione Cassa Risparmio di Volterra, rappresentata da Ivo Gabellieri e dell’ing. Roberto Benassi dell’ANPI di Cascina, che è intervenuto per testimoniare sulla partecipazione fattiva di fascisti toscani, nella Repubblica di Salò.
Tra i graditi ospiti presenti anche Silvano Bernardeschi il partigiano “Vento”, presidente dell’ANPI di Volterra e la moglie Lina e le classi quinte dell’ ITCG, Niccolini di Volterra. Assistenza competente e tecnica dello studio Dumase di Luciano Picchi e Valerio di Pasquale, che hanno contribuito alla realizzazione grafica del materiale cartaceo e della creazione del sito Web “brigata boscaglia.it”.
Buongiorno a tutti i presenti ed in particolare ai giovani e giovanissimi, ragazze e ragazzi. La presentazione del libro dedicato ai partigiani volterrani, non poteva avere collocazione migliore, infatti arriva dopo il 25 aprile e appena prima del 1 maggio, le feste più belle, quelle che noi sentiamo di più, quelle che ci coinvolgono emotivamente, quelle che vorremmo fossero celebrate non per convenzione di calendario, ma per convinzione.
La stragrande maggioranza dei partigiani italiani erano giovanissimi come voi o come quelli di voi che quest’anno avranno la maturità, fecero una scelta schierandosi da una parte perché in quel momento era necessaria un’azione, una partecipazione fattiva ai combattimenti, per porre fine ad una guerra che gli italiani non avevano voluto…ma vi furono trascinati da un regime fatto da uomini senza valori, servi ed itrallazatori.
Quando celebriamo certi giorni o ripercorriamo la memoria dedicata a certi episodi o argomenti, si rischia sempre di cadere in un triste luogo comune, facile comodo e rassicurante, cioè Primo Levi, Anna Frank, i perseguitati, i partigiani erano buoni, Nerone e Hitler erano cattivi, anzi dei pazzi. Il passato in questo modo viene allontanato da noi, il male che è stato fatto riguarda solo i “mostri”, che ne sono responsabili. Noi siamo diversi, non c’entriamo… solo le vittime, i loro figli e i loro amici siano interessati a conservare questa memoria che è loro, una questione privata quindi. Anzi se insistono troppo, finiscono anche per dare fastidio.
Eppure la II guerra mondiale e Auschwitz e tutto quello che ne segue, è stato realizzato al centro del nostro continente, da un regime politico salito al potere grazie al voto di cittadini di un paese colto e civile. Per molti però fu opera di mostri, il nome simbolo del male assoluto, tanto assoluto quanto incomprensibile. E’ facile dare la colpa di quanto successo ad un pugno di criminali, cancellando le convivenze e le complicità della gente comune. Se pensiamo allo sterminio degli zingari, degli omosessuali, degli oppositori politici, dobbiamo pensare ad un progetto di pianificazione, ad una razionalità, ad una burocrazia che coinvolgeva persone comuni, buoni padri e buone madri di famiglia. Era un progetto che mirava a rafforzare “NOI” contro gli “ALTRI”, si fondava su un’appartenenza razziale e faceva piazza pulita di democrazia fondata sul pluralismo e sul confronto delle idee.
L’intolleranza religiosa, la pulizia etnica, l’odio per il diverso continua a prosperare anche ora, trovare una scusa o un capro espiatorio è molto più facile che cercare di risolvere i problemi. L’odio e la violenza non la cancella ne la modernizzazione ne il progresso e non è una cosa passata e irripetibile, è sempre qui presente… solo la nostra, la vostra soprattutto, voglia di capire, il vostro impegno, la vostra opposizione,
il non essere indifferenti , accettare passivamente verità di comodo, trincerarsi dietro slogan di facile comprensione, il vostro indignarsi per le cose storte ingiuste, non accettare sempre la legge del più forte e del più prepotente… impedirà che il passato si ripresenti mascherato sotto mentite spoglie
Se ci volgiamo dall’altra parte, se saremo rassegnati, se non ci impegneremo ogni giorno contro le tante, troppe violazioni di principi democratici, faremo il gioco dei razzisti e dei fascisti vecchi e nuovi.
Gli italiani hanno avuto solo due grandi sussulti rivoluzionari nella storia, la partecipazione di tanti giovani e giovanissimi alle battaglie che portarono all’unità d’Italia e la partecipazione alla lotta di Liberazione che portò alla scrittura della nostra Costituzione che come vedremo, non fu concessa a malincuore da un re, ma guadagnata con fatica e sangue da una generazione di italiani.
Restiamo umani e Partigiani !!
IL LIBRO “RICORDI PARTIGIANI”
Il giorno della Liberazione, fu un giorno di festa e nel commemorare quel giorno, l’ANPI di Volterra,
il direttivo, i soci iscritti e simpatizzanti e il suo presidente “Vento”, hanno lavorato sodo per presentare questo libro.
Un lavoro, che si è potuto realizzare con il decisivo contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra,ed è stato il primo tassello di un progetto che comprende anche un pieghevole, un poster destinato soprattutto alle Scuole di Volterra e dei Comuni interessati, per individuare i luoghi dove operò la “23° Brigata Garibaldi “Guido Boscaglia” ed infine anche un sito internet, dove sarà possibile riconoscere attraverso cartine, mappe e percorsi multimediali,tutti quei luoghi e quelle storie che in parte vengono riproposte anche nel libro. Determinante l’impegno dello studio DUMASE e dei suoi titolari, Luciano Picchi e Valerio di Pasquale, che ringraziamo, alla realizzazione di tutto ciò. E’ un tassello di un lavoro che si sta compiendo nelle province di Grosseto, Siena e Arezzo, con l’ausilio degli Istituti storici di quelle province e con l’impegno di associazioni antifasciste e sezioni ANPI, di tante cittadine. Il libro è una pubblicazione agile e di facile consultazione, che vuole proporre al viaggiatore curioso di conoscere,in un territorio così interessante, alcuni itinerari che parlano degli eventi che tra l’8 settembre 1943 e il luglio 1944 interessarono una zona vasta intorno ai monti della Carlina. Volterra ha ripercorso, in un ideale viaggio che ha come partenza i monumenti posti fuori Porta Fiorentina, i luoghi dove si impegnarono e combatterono i volterrani facenti parte della Brigata Garibaldi, facendo conoscere le storie, il loro impegno e il loro destino. Le loro azioni, i loro drammi personali, i contatti continui con la popolazione locale che interessano tante cittadine:Montalcinello, Montieri, Gerfalco, Massa Marittima Radicondoli, Monterotondo Marittimo e Guardistallo. Forse sarebbe giusto parlare di sentieri della Resistenza, di rifugi, di fatti drammatici identificandoli con i vari luoghi, senza dimenticare che prima dei partigiani anche uomini primitivi, guerrieri, contadini, mercanti, hanno vissuto e sono passati di lì. Tante vicende, esaltanti e tragiche, si sono svolte nello scenario di cittadine medievali, luoghi etruschi, pievi e castelli o nei pressi di terme, di corsi d’acqua antichissimi o di secolari faggete. “Ricordi Partigiani” ci rammenta che la lotta contro la dittatura passò per certe località amene, nei boschi del monte Gabbro, le Cornate, come nelle campagne della Val di Cecina, dove i partigiani trovarono ospitalità e rifugio e dove affrontarono a viso aperto, tedeschi e fascisti.
Insomma il libro vuole essere una tessera di quel prezioso mosaico che è la memoria, delle immagini, delle sensazioni, delle storie, frammenti di ricordi per non dimenticare le condizioni materiali e le spinte ideali che portarono molti uomini e donne all’azione. La verità di una storia partecipata e vissuta intensamente, in prima persona. Una verità partigiana, che non cerca condivisioni ne improbabili neutralità, ma che si offre alla conoscenza di tutti. Una verità che rifiuta i tentativi di rimozione e che ricorderà a tutti che, oggi come ieri è necessario un impegno forte e deciso per costruire un mondo migliore. Oggi come ieri, quei valori di giustizia, libertà, solidarietà che portarono tanti antifascisti a prendere la via della montagna, sono obbiettivi da perseguire con determinazione.
Il significato delle battaglie antifasciste, non può e non deve affievolirsi, quei fatti sono una radice fondante del nostro presente.
Quello dell’ANPI, è un impegno soprattutto per i più giovani, perché la lotta partigiana non si sbiadisca a poco a poco, fino a diventare un cimelio impolverato e opaco di un evento storico lontano.
Un impegno che chiede di tenere vivo il ricordo del valore e dell’esempio di una moltitudine di donne e di uomini che, nonostante la crudeltà con la quale il fascismo e il nazismo si accanirono contro gli oppositori, non rinunciarono a combattere la dittatura.
Nel libro vedrete che ci sono storie di ragazzi di 18, 19, 20 anni……… furono circa 500 i partigiani, le partigiane e le staffette nel nostro territorio, 131 di loro erano volterrani e facevano parte della Brigata Boscaglia. 7 di loro furono uccisi, mentre i volterrani militanti in altre formazioni o facenti parte dell’esercito che caddero in battaglia furono 21. Altri 200 volterrani furono deportati nei campi di concentramento, 8 di essi non fecero ritorno.
Ebbene queste cifre dimostrano il grande impegno dei nostri concittadini nella lotta di Liberazione, questa sorta di viaggio itinerante attraverso le immagini, li vuole radunare tutti, come a rinnovare un impegno che abbiamo con loro per continuare a contrastare tutte le ipotesi autoritarie mai sopite, le tante rivisitazioni storiche sull’Antifascismo e la Resistenza.
Ideologie e pratiche autoritarie sono presenti subdolamente e pericolosamente nelle istituzioni, nella società tutta, lo sa bene chi fa attività nei quartieri, nelle scuole e nei luoghi di lavoro sempre più precario.
Per tutto questo nel presentarvi il libro, ribadiamo che inaugurare un monumento, deporre corone, non è solo un semplice e vuoto omaggio alla memoria nelle date istituzionali, ma un vero impegno, una concreta testimonianza che deve passare di mano in mano, di voce in voce, deve essere lotta che tuona solenne nel cupo dolore di piazze insanguinate e che scandisce la ferma determinazione a combattere tutte le sopraffazioni e le ingiustizie sociali.
Come fecero quei ragazzi e quelle ragazze. Si misero a disposizione senza calcoli, senza tornaconti personali, dettero la vita perché nascesse una Costituzione forte e rispettosa dei diritti, dettero la vita per un futuro (il nostro) che speravano migliore. L’aggressione e la violenza contro il popolo italiano era stata consumata dai fascisti repubblichini per il fatto di schierarsi per il fascismo, contro la volontà di una maggioranza immensa, per una società barbara, incivile e crudele contro cui, una parte in armi del popolo italiano, ha giustamente scelto di combattere anche se con pochi mezzi.
Il popolo italiano trovò in quegli anni valori nuovi e valori dimenticati, chiunque oggi si avvicinerà a quelle storie, vi troverà un’altra Italia e non potrà non domandarsi se davvero non ci sia più bisogno di quelle voci o se, al contrario, non si debba fare di tutto per tramandarle e mantenerle vive nella coscienza, come radice da cui attingere forza, soprattutto in questo momento davvero pericoloso per la nostra democrazia, dove un rischioso rigurgito fascista sta minando le fondamenta delle nostre istituzioni aiutato in questo progetto, da una cricca politica sempre più vergognosa, la cui bassezza intellettuale e il disprezzo verso la gente si fa sempre più sconcertante e che tenta in ogni maniera di far tabula rasa di diritti e libertà.
La prima parte di questo lavoro è stata fatta, dall’ANPI di Volterra, proprio per questo motivo, nel momento in cui i fascisti hanno sempre maggiore visibilità e impunità e si mascherano da centri culturali e ricreativi, ci governano e nel contempo aggrediscono, feriscono, minacciano insomma fanno quello che hanno sempre fatto.
Questo lavoro, come quegli eventi sono radice fondante del nostro “ pericoloso” presente.
Grazie partigiani e partigiane.
3 risposte a “1944: I PARTIGIANI della XXIII Brigata Garibaldi “ Guido Boscaglia” scrivono la storia.”
L’articolo è davvero interessante, complimenti!
Sarei molto curiosa di ricevere notizie più dettagliate, se possibile, riguardo la liberazione dei prigionieri politici dal carcere di Volterra sempre nel 1944.
Ve ne sarei molto grata.
Grazie, cordialmente
Marisa Vasco
Manciano (Gr) 28 aprile 2014.
L’articolo è toccante e commovente, ogni volta che leggo, ascolto, guardo e rivisito le memorie partigiane mi commuovo, sono figlia di un partigiano che a 16 anni aderì a Gerfalco alla brigata Spartaco Lavagnini, mio padre è stato un minatore per tutta la sua vita lavorativa, ora non c’è più, ma, i suoi racconti, le sue memorie mi sono rimaste dentro. Conservo tutte le sue tessere ANPI. Mia madre, ancora viva, mi ha raccontato minuziosamente come lei e la sua famiglia abbiano aderito alla lotta partigiana, collaborando fattivamente nelle campagne del Comune di Radicondoli al sostentamento tramite approvvigionamento di cibo e vestiario dei partigiani. In particolare mi è rimasto vivo il ricordo di un comandante, tenente medico,Giorgio Stoppa, nome di battaglia “Paolo” appartenente alla XXIII brigata Garibaldi, Guido Radi,”Boscaglia”, originario di Livorno, credo, morto suicida in Francia, proprio di lui, vi pregherei se potete,di inviarmi delle notizie di quel periodo, non ho trovato molte fonti che lo riguardino, mi farebbe particolarmente piacere averne. Un caloroso saluto a tutti i partigiani di Volterra e di tutta la Toscana. Mietta Tozzini.
Mi interessa molto questo articolo. Sono la nipote di Iacopini Giuseppe “Francois” comandante della Otello Gattoli. Mi potete inviare se ci sono notizie o documenti non ancora pubblicati su mio nonno. Sto facendo una ricerca, ho già quelli del casellario politico e dell’Isgrec di Volterra. Grazie